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17/06/2024
Ricambio generazionale. L’impegno di BCC Veneta, in una serie di incontri con gli imprenditori del territorio

“Un tema particolarmente sentito dalle aziende e in questo momento molto anche dalle Banche, soprattutto dalle BCC, che lavorano a stretto contatto con gli imprenditori del territorio. - spiega Flavio Piva, Presidente di BCC Veneta - Accompagnare le imprese in questo passaggio delicato, dalle cure dei padri a quelle dei figli, è importantissimo per noi, per preservare una relazione stretta con le aziende, per garantire un ricambio nella continuità operativa, ma anche per tutelare aspetti occupazionali e di ricaduta sociale a livello locale”.

“Su questo – continua Piva - la BCC si sta impegnando per offrire un’ampia serie di strumenti tecnici per la consulenza, l’affiancamento e il sostegno a una cultura aziendale solida, che sia capace di autodeterminarsi”.

“Operativamente, come Banca, tocchiamo con mano ogni giorno storie d’impresa e ci facciamo carico di molte problematiche insieme ai nostri imprenditori. - spiega il Vicedirettore di BCC Veneta, Renato Zampieri - Delle circa 35 mila imprese familiari coinvolte in un anno in un passaggio generazionale, mediamente solo il 30% sopravvive con la seconda generazione e appena il 12% alla terza. Percentuali a livello nazionale alquanto preoccupanti. Nel Veneto l’80% delle aziende familiari non riesce a raggiungere nemmeno il terzo passaggio generazionale. La nostra iniziativa di formazione, ma anche di affiancamento e di proposta di strumenti di consulenza qualificata, è quindi un ottimo veicolo di conoscenza del fenomeno e dei rischi correlati”.

“Una presa di coscienza collettiva, - rimarca Zampieri – per non trovarci tra qualche anno con problematiche difficili da gestire, anche come BCC. Se vogliamo tutelare il territorio e il lavoro in un volano virtuoso e di rete dobbiamo sapere cogliere soluzioni e proposte ed essere di supporto ai nostri imprenditori e ai manager del futuro”.

“Il passaggio di testimone nelle imprese familiari - ha detto nel suo intervento Paolo Artelio, Presidente Confiter – sembra facile, ma di fatto è un processo molto delicato, che esige un’attenta pianificazione, evitando l’improvvisazione, puntando su tempistiche chiare, tenendo conto della complessità dei problemi di natura fiscale, amministrativa e giuridica. Non va trascurato neppure l’aspetto psicologico, legato all’intersecarsi e sovrapporsi di contingenze personali, familiari con quelle aziendali”.

“Nonostante tali problemi, – ha proseguito Artelio – il ricambio generazionale va letto come un’evoluzione positiva dell’impresa e della sua cultura, in cui il rapporto tra tradizione e innovazione può diventare vitale. Le probabilità che l’azienda sopravviva talora non sono neppure elevate e questo alimenta le emozioni negative legate alla fase di transizione. È per questo che una buona trasmissione del patrimonio non può prescindere dalla comprensione delle logiche parentali, oltre che di quelle imprenditoriali”.

Il problema comunque in Italia è particolarmente cruciale: dei 5 milioni di imprenditori iscritti alla Camera di Commercio, nel nostro Paese, il 93% ha un assetto di tipo familiare (50% la media europea). Oltre a questo, nella maggior parte dei casi, il passaggio generazionale viene procrastinato a lungo. Infatti, secondo l’Istat, il primo trasferimento di proprietà si verifica dopo circa 25 anni e il secondo dopo 21: il passaggio di testimone iniziale, quindi, è quello più complicato. Comunque una fase delicata per le imprese, dato che, secondo i dati di Infocamenre, alle terza generazione sopravvive solo il 15-20% delle ditte. Accade poi, che, oltre a una carenza di pianificazione, la maggior parte degli imprenditori, nel compiere le loro scelte, privilegi gli equilibri domestici alle competitività dell’impresa. Il passaggio generazionale patisce anche in termini di durata: 3 anni e mezzo il tempo medio perché il processo si compia.

Una situazione, dunque, per nulla confortante. Possibili soluzioni?

Secondo i partecipanti agli incontri organizzati da BCC Veneta (Flavio Piva, Presidente della Banca, Paolo Artelio, leader di Confiter, Franco Cesaro, Docente universitario e fondatore di Cesaro&Associati, Franco Ferrarini Senior Partner di Effepartners) bisogna innanzitutto evidenziare con sempre maggiore chiarezza la distinzione tra famiglia e impresa, mantenendo separate le questioni “di casa” da quelle aziendali. In secondo luogo, è necessario predisporre per tempo un adeguato profilo patrimoniale e finanziario dei soggetti coinvolti; indispensabile poiché una parte del patrimonio di famiglia sia sempre disponibile per affrontare eventuali imprevisti. Insomma: buone prassi (all’insegna della prudenza), niente improvvisazione e pianificazione accurata; sfide temibili non impossibili per le molte (piccole) imprese venete.        

Nella foto: Franco Ferrarini di Senior Partner di Effepartners, Leopoldo Pilati e Flavio Piva, rispettivamente Direttore Generale e Presidente di BCC Veneta e Nicola Dal Dosso, Direttore Generale di Confcommercio Verona.

Incontro Confiditer Verona

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