La Saccisica disegnata. Paesi e campagne nel Catasto Napoleonico del 1810 e nelle immagini di oggi
(pubblicato nel 2014) Sono più di vent’anni che guardiamo indietro, alla nostra storia.
Abbiamo sempre cercato di farlo nel rigore dell’approccio e del metodo, senza cedere al pericolo della facile e accattivante nostalgia. In questi decenni ci hanno sempre sostenuti l’idea e la convinzione che il passato abbia molto da insegnarci e che per apprendere in maniera proficua tali lezioni sia necessario guardare agli eventi, ai mutamenti, ai cambi di cultura e mentalità, oltre che dei contesti, dei territori, del paesaggio, con molto disincanto, con scrupolo e nello stesso tempo con affetto.
Quest’anno, con il nostro ormai tradizionale libro che doniamo alle comunità del Piovese, di Chioggia e del Padovano, continuiamo su questa strada, con una proposta e un contenuto estremamente suggestivi e originali.
Nella pagine che segono il lettore, ma anche semplicemente l’innamorato della propria terra (nello specifico la Saccisica), troverà una delle più significative testimonianze di come erano questi luoghi un paio di secoli or sono. Si tratta infatti della riproduzione di una parte significativa del Catasto Napoleonico dei primi decenni dell’Ottocento, un’opera imponente, con la quale cartografi e rilevatori del tempo hanno narrato, disegnandoli, campagne e paesi. Insieme a questa preziosa documentazione, pubblichiamo una serie di immagini, prevalentemente aeree, di come si presentano oggi le stesse porzioni di territorio piovese. Non si tratta ovviamente soltanto di offrire l’opportunità di un confronto che racconti com’è mutato il territorio, ma di mettere insieme, senza presuntuosi paragoni, istantanee dei medesimi luoghi, a distanza di duecento anni. E’ un’operazione un po’ ardita (dal punto di vista storiografico e metodologico), che non ha altra pretesa, se non quella di incuriosire e di offrire qualche elemento di riflessione.
Certo, guardando le antiche riproduzioni catastali e quelle che riprendono oggi i medesimi territori (fotografati con la stessa “angolatura” dei vecchi disegni), così come sono diventati nel tempo, si può anche rimanere meravigliati, ma non c’è nulla di cui stupirci: ciò che possiamo cogliere sono i segni di mutamenti, di trasformazioni, che fanno parte della vicenda umana, economica e sociale (oltre che ambientale) della nostra terra. Possiamo vedere come la tanto citata città diffusa del Veneto sia riscontrabile anche nel nostro territorio, come gli agglomerati urbani, un tempo delineabili prevalentemente attorno alle chiese, abbiano allargato la loro pertinenza, come il territorio dedicato ai campi, all’agricoltura, sia diminuito, a volte a vantaggio di insediamenti produttivi, di zone industriale e artigianali.
Con questa pubblicazione, insomma, abbiamo voluto dare un ulteriore contributo alla ricostruzione della memoria che abbiamo iniziato molto tempo fa; lo ripeto, senza lamentevole nostalgia, ma piuttosto con la voglia di capire e di farci rendere più responsabili anche dalla storia della nostra terra.