1899 - Storia BCC di Sant'Elena
La storia della BCC di Sant’Elena inizia oltre un secolo fa, quando, il 5 febbraio del 1899 nasce una società denominata Cassa Rurale di Prestiti.
Davanti al notaio, nella canonica di un piccolo centro della bassa padovana, si presentano il parroco, Monsignor Giavan Battista Tovena, il cappellano don Pietro De Rizzo e una quindicina di agricoltori, artigiani, operai e bottegai, uniti dalla volontà di dare vita ad una società destinata a migliorare la “condizione morale e materiale” dei suoi soci.
A fine Ottocento Sant’Elena è un piccolo paese rurale di 1.400 abitanti, dediti prevalentemente all’agricoltura, che si basa essenzialmente sulla piccola proprietà e sulla presenza di due grandi latifondisti, la famiglia nobile dei Miari e l’ingegner Gagliardo. L’industria si limita all’attività di una fabbrica di laterizi, che occupa una sessantina di operari e ad una piccola azienda di cordami, con una manciata di addetti. Cinque osterie, tre forni, una farmacia, qualche bottega e alcune officine artigiane completano il quadro di una realtà socio-economica di povertà e “disagio”, come la definisce un rapporto comunale del 1877.
La nascita della Cassa Rurale di Prestiti di Sant’Elena si inserisce quindi in un movimento più ampio di rinascita della comunità, che trova nel mondo parrocchiale il suo punto di riferimento decisivo. Il primo segretario della Cooperativa fu proprio l’intraprendente don Pietro De Rizzo. Per alcuni anni la società non ha neppure una propria sede, trovando lo spazio operativo all’interno della parrocchia.
Nei decenni seguenti la Cassa espande la propria operatività. Nel 1910 i soci sono 56 per arrivare a 80 una decina di anni più tardi. Nel 1920 è addirittura il vescovo di Padova, Monsignor Luigi Pellizzo, ad annotare, durante la sua Visita Pastorale, come la Cooperativa abbia assunto una significativa importanza nel promuovere forme di aggregazione dei “fedeli” attorno ad un condiviso progetto economico e sociale.
Nel secondo dopoguerra gli uffici della Banca si trasferiscono a Palazzo Cagnoni, lungo la via principale del paese. Da allora, anche grazie alle mutate condizioni politiche, la Cassa Rurale inizia un periodo di sviluppo, caratterizzata soprattutto dall'allargamento delle sue competenze e della sua operatività a molti Comuni, non soltanto nelle pianure più a sud, ma anche di altre aree del Padovano.
Nel '73 viene acquisita la gestione della C.R.A. di Legnaro e , nel '75 è viene aperto uno sportello a Selvazzano, sostituendo la locale Cassa Peota.
Via via, le succursali della Cassa di Sant'Elena trovano spazio a Monselice, Abano e Montegrotto Terme, Tribano e Granze, Albignasego, Solesino, Sarmeola e Limena, Este, fino a raggiungere Padova, con gli sportelli della Guizza e del Centro Storico e più recentemente in località Mandria, Sant’Angelo e Due Carrare.
Villa Miari de' Cumani, Sant'Elena (PD)